Il nuovo Ponte di Genova affidato ad Autostrade. Perché? Il rischio era quello di bloccare un’opera pronta ad essere collaudata e aperta al pubblico.
Non ci sono dubbi che l’8 luglio 2020 la notizia del giorno è la decisione del governo di affidare il nuovo Ponte di Genova ad Autostrade. Una scelta a sorpresa ma probabilmente necessaria per non vanificare quanto fatto in questi mesi per la ricostruzione e per rimediare ai continui rinvii di una partita – quelle delle concessioni – che andava aperta e chiusa molto prima.
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Il terremoto politico
Affidare il Ponte di Genova ad Autostrade significa inevitabilmente screditare in qualche modo il Movimento 5 Stelle. Sin dalle ore successive alla tragedia del Ponte Morandi Luigi Di Maio, all’epoca dei fatti capo politico del M5s, aveva assicurato che i Benetton non avrebbero più gestito le strade e le autostrade italiane. Crimi, suo successore a tempo determinato, ha ribadito la posizione del MoVimento. Mai più Autostrade.
E invece una struttura fortemente simbolica come il nuovo Ponte di Genova viene affidata proprio ad Aspi. Magari a tempo determinato, certo. Ma il domani è un’incognita e il presente è una certezza. E la certezza è che il nuovo Ponte di Genova è stato affidato ad Autostrade per l’Italia. Nell’incredulità dei parenti delle vittime della tragedia del Ponte Morandi.
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Affidare il nuovo Ponte di Genova ad Autostrade era (forse) l’unico modo per evitare una fase di stallo
Parlando dal punto di vista politico e simbolico, quello del governo è un clamoroso autogol. Se spostiamo il discorso sul piano pratico, la scelta era inevitabile o quasi. Il nuovo Ponte è nato in tempi da record e quello di Genova è diventato un modello da seguire addirittura per il rilancio del Paese.
Ma l’Italia corre a due velocità. Il Ponte è pronto e la questione delle concessioni ad Autostrade è in alto mare. Ancora nella giornata dell’8 luglio 2020 non è chiaro se si procederà con la revoca delle concessioni ad Aspi o con la revisione.
Il problema è che il nuovo ponte sul Polcevera per diventare operativo deve prima essere collaudato. Operazione non breve in termini di tempo. E chi deve procedere con il collaudo? La società/realtà responsabile della tratta. Ad oggi Autostrade o nessuno, fino alla soluzione della questione delle concessioni. O addirittura un contenzioso nel caso di affidamento ad un’altra società.
Quindi, devono aver pensato dalle parti del Mit, meglio darlo ad Autostrade e non bloccare i lavori piuttosto che fotografare l’immobilismo condannato dal governo. In fondo la gestione del Ponte cambierebbe se si dovesse procedere effettivamente con la revoca delle concessioni.